Montagna con Bambini
Uno zaino di consigli utili, per scoprire la Montagna con i Bambini
MONTAGNA CON I BAMBINI
MONTAGNA CON BAMBINI
E’ importantissimo far conoscere la Montagna al tuo bambino, se possibile fin da piccolo.
Ci sono molti motivi infatti per esplorare la Montagna con i Bambini. Prova a pensarci.
Ne vedremo alcuni, anche durante la chiacchierata di oggi.
E’ importante però avere le conoscenze minime per poterlo fare nel migliore dei modi.
Posso andare in montagna durante la gravidanza? E se il mio bambino è un neonato? E l’alimentazione giusta per un bambino in Montagna? Quali i rischi? Come andare in sicurezza? E le vipere? Le aquile?
Questi sono solo alcune delle domande che sicuramente ti porrai, se desideri diventare un maestro competente…per il tuo piccolo sherpa. :-)
Ma sei fortunato/a.
Sei nel posto giusto!
Un’occasione imperdibile, un incontro esclusivo con 4 ottimi esperti che sapranno rispondere con competenza a molti tuoi perché.
Ti consiglio di non perdere l’opportunità che hai. Mettiti comodo/a e ascolta cosa hanno da dirti.
Non te ne pentirai.
Li ringrazio fin d’ora per aver accettato di mettere a tua disposizione, le loro conoscenze.
Ecco quindi gli ospiti di oggi:
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Silke Perathoner Unterkircher
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Annalisa Cogo
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Giancelso Agazzi
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Stefano Fenoglio
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E’ importante tu conosca, fin dall’inizio, un po di loro, per comprendere a fondo con chi stai parlando.
SILKE PERATHONER
SILKE PERATHONER è una grande appassionata di montagna ma soprattutto è stata per dodici anni compagna di vita di Karl Unterkircher, uno dei più grandi alpinisti al mondo, rimasto per sempre, il 15 luglio 2008, sul Nanga Parabat (8126 m).
E’ mamma di tre figli, Alex Miriam e Marco.
Dopo la morte di Karl, ha tenuto incontri e conferenze per raccontare la profonda ricerca interiore che spesso sta dietro la dimensione sportiva dell’alpinismo.
E’ autrice, con la giornalista Cristina Marrone, dell’appassionante libro “L’ultimo abbraccio della Montagna” dove ripercorre le eccezionali avventure di un uomo che ha sempre voluto mettersi alla prova.
Potrai scoprire molto, su chi era, e cosa rappresenta ancora, Karl Unterkircher.
ANNALISA COGO
ANNALISA COGO, pneumologa, è professore associato di Metodi e Didattiche dell’Attività Motoria presso l’ Università di Ferrara.
E’ stata presidente (ed è l’attuale delegata italiana presso la Società Internazionale) della Società Italiana di Medicina di Montagna e della Società Italiana di Pneumologia dello Sport.
Ha partecipato a numerose spedizioni scientifico alpinistiche e da anni collabora con l’Associazione Ev-K2-CNR, per la quale coordina le ricerche di Area Medica.
E’ anche autrice di uno splendido libro “Medicina e Salute in Montagna” un testo prezioso, con un sacco di consigli utili.
Se avrai l’occasione di leggerlo diventerà per te una guida inseparabile.
GIANCELSO AGAZZI
GIANCELSO AGAZZI è innanzitutto un appassionato di montagna, di viaggi, di medicina di montagna e di fotografia.
Medico di professione, è socio CAI, membro della Commissione Medica CAI e della Commissione Medica CISA-IKAR.
E’ inoltre membro della Società Italiana di Medicina di Montagna.
E’ spesso invitato, come relatore, a numerosi congressi e conferenze sulle tematiche della Montagna.
Una fonte inesauribile quindi di consigli ed informazioni competenti, per chi vuole affrontare la montagna, sopratutto in sicurezza.
Una persona esperta che vale la pena seguire da vicino!
STEFANO FENOGLIO
STEFANO FENOGLIO è ricercatore presso l’Università del Piemonte Orientale, ove tiene corsi in ambito ecologico e zoologico.
Laureato in Scienze Naturali ha ottenuto successivamente un Dottorato di Ricerca in Scienze Ambientali. È autore di più di 200 pubblicazioni scientifiche (di cui oltre 70 su riviste ISI con Impact Factor) e alcuni libri, tra cui un testo di didattica universitaria.
Autore tra l’altro di “Animali di Montagna”, un libro che vuole essere un invito alla conoscenza ed all’approfondimento, uno stimolo a intraprendere con occhi nuovi le nostre gite in montagna.
Un appassionato di montagna, ma soprattutto uno dei migliori esperti di animali di montagna.
Iniziamo l’interessante chiacchierata! ;-)
Troverai 10 domande, ma anche uno zaino di risposte.
Le domande non sono in ordine di importanza, ma seguono un percorso ideale:
dal desiderio di condividere la montagna con il tuo bambino, per finire con il naso all’insù… ammirando un’aquila assieme a lui.
Pronti? VIA !
Perché è importante far conoscere la montagna ad un bambino?
A me piace semplicemente essere a contatto con la natura meravigliosa della montagna.
Imparare a conoscere i miei limiti e, dove possibile, spingerli un pó più in lá.
Superare qualche paura e avere dopo la soddisfazione di avercela fatta !
E alla fine di una giornata intensa, tornare a casa stanca ma serena, perché è proprio quella stanchezza che ti fa sentire viva.
Sono questi i valori che cerco di trasmettere anche ai miei figli.
Se sei genitore, ma sopratutto se lo stai per diventare, prima o poi ti capiterà di porti questa domanda:
2Gravidanza in Montagna, è possibile?
Per quanto riguarda la gravidanza, bisogna innanzitutto anche chiedersi se, l’esposizione alla quota, può rappresentare un rischio per la madre o per il feto.
Dobbiamo subito precisare che ci sono pochissimi studi sulle donne gravide, abitualmente residenti a livello del mare, che desiderano andare in alta quota.
I pochi studi a disposizione ci dicono che, se la madre è in buona salute e la gravidanza si svolge regolarmente, la salita fino a 2500 metri con esercizio lieve/moderato di breve durata non dà problemi, né alla madre né al feto.
Non ci sono dati riguardanti altitudini più elevate o per esercizi strenui e prolungati.
Comunque prima di affrontare esercizi moderati sopra i 2500 metri, bisogna concedere all’organismo due o tre giorni di acclimatazione e prima di impegnarsi in esercizi faticosi e prolungati bisogna acclimatarsi per due settimane.
Inoltre, la donna gravida deve essere…..
Spesso la gravidanza è collegata al controllo della pressione arteriosa, caratteristica che si evidenzia soprattutto ad alte quote.
Ma potrebbe valere, in casi particolari, anche per te babbo, ed anche per i nonni !
3Come conciliare pressione alta e montagna?
Per quanto riguarda la gestione della pressione alta in montagna direi che la prevenzione ed il buon senso sono basilari.
Occorre un corretto stile di vita alla base, curando alimentazione, evitando il fumoe alcool, facendo molto movimento.
Una vita sana é fondamentale La pressione va controllata periodicamente e la terapia va seguita.
Si può salire in quota, ma la pressione arteriosa deve essere sotto controllo, quindi sarebbe opportuno effettuare misurazioni della pressione.
La pressione arteriosa é definita un “killer silenzioso” che colpisce il 40% della popolazione adulta occidentale. La pressione sale in modo significativo quando si va in quota oltre i 2500 metri.
Va garantito un approccio alla montagna privo di rischi onde evitare eventi cardiaci o cerebrali talvolta fatali o invalidanti.
Occorre promuovere…
Un dei dubbi più ricorrenti che si pone un nuovo genitore e se sia opportuno portare il proprio neonato in montagna, senza correre rischi.
4Quali le principali attenzioni con un neonato/bambino in Montagna?
Diciamo subito che ci sono pochissimi dati e ricerche circa l’esposizione all’alta quota dei bambini nati e abitualmente residenti a bassa quota.
Va comunque detto che anche i bambini soffrono di mal di montagna, come confermato dai medici che hanno lavorato nei posti di pronto soccorso collocati sui principali percorsi di trekking nelle montagne himalayane.
In sintesi, possiamo affermare che fino a 2000 m possono andare, e fermarsi anche a dormire, tutti i bambini sani.
Per quote superiori ai 2000 metri bisogna distinguere tra gite in giornata e gite che prevedano anche il pernottamento.
In questo caso, infatti, è possibile che si sviluppino sintomi di mal di montagna.
I bambini fino a un anno NON dovrebbero dormire a quote superiori ai 2000 metri e fino ai 10 anni non dovrebbero dormire sopra i 3000-3200 metri.
Secondo alcuni….
So che vuoi aggiungere qualcosa anche tu Giancelso…
Per quanto riguarda il neonato in montagna, non esiste molto in letteratura.
Comunque, dando per scontato che non ci siano malattie pregresse, occorre attuare un piano preventivo, usando il buon senso.
Nei neonati è controindicato in genere salire oltre i 2500 metri di quota per evitare severi problemi respiratori.
Non ci si deve, comunque,esporre oltre i 2500 per più ore.
Occorre salire gradualmente.
Si devono riparare i piccoli dai raggi solari, dal freddo, dal vento, dall’umidità, considerando che i piccoli sono molto più vulnerabili degli adulti.
I piccoli non devono dormire troppo in alto. L’ambiente in cui dormono deve essere umidificato in modo idoneo.
Se il tuo bambino è un po più grandicello, dovrai avere invece altre attenzioni ad esempio:
5Quale la corretta alimentazione per un bambino prima e durante un’escursione in montagna?
La prima colazione è fondamentale e deve essere fatta almeno 1 ora prima di iniziare l’attività fisica.
Deve contenere più carboidrati che grassi. Per esempio: pane, fette biscottate, miele, marmellata. Si può aggiungere 1 frutto fresco, un pochino di frutta secca, un cucchiaio di ricotta. Bisogna anche bere (succhi, tè, latte).
Durante la gita, se la durata è superiore a 1 ora, si possono assumere piccole quantità di alimenti che diano energia rapidamente e che siano di facile digestione: frutta secca o un piccolo panino con la marmellata o biscotti senza grassi.
Nei bambini, una particolare attenzione va posta all’idratazione.
I bambini sono infatti esposti al rischio di disidratazione soprattutto perché bevono solo quando hanno sete, mentre durante le gite in montagna bisognerebbe bere regolarmente!
Oltre all’alimentazione, è importantissimo avere sempre un occhio di riguardo per l’incolumità tua e del tuo bambino.
Sicurezza quindi, sempre!
6Quali i 3 principali consigli ad un genitore, per affrontare in sicurezza la montagna con i propri bambini?
Ecco i miei consigli per affrontare in sicurezza la montagna:
- Prima di tutto conoscere bene i propri limiti e quelli dei figli.
- Secondo: informarsi bene sull’itinerario da fare e, soprattutto, sulle condizioni meteo.
- Terzo: avere attrezzatura e abbigliamento adeguati.
La Montagna è ricca di cose da scoprire ma anche di insidie da conoscere.
7Rischi in montagna, vipere e zecche …come comportarsi?
Per quanto riguarda vipere e zecche, anche qui vale il discorso della prevenzione.
ZECCHE
Evitare i luoghi infestati dalle zecche, se possibile. I mesi primaverili e quelli estivi sono quelli preferiti dalle zecche, come la vegetazione erbosa e arbustiva al di sotto dei 1500 metri.
Il rischio del morso è legato alla possibilità di contrarre malattie veicolate dalle zecche Quando si rientra dopo un’escursione in un luogo a rischio, occorre controllare che sul corpo non si trovino conficcate delle zecche ( esame visivo).
- Usare abiti di tessuto chiaro che mettono in evidenza la presenza di zecche.
- É opportuno camminare al centro dei sentieri, evitando la vegetazione circostante. Occorrono calzature alte e ben chiuse, pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe.
- Può essere utile l’impiego di sostanze repellenti acquistabili in farmacia come permetrina, benzoato di benzile, ecc. Tali prodotti vanno usati con attenzione nei bambini a causa di possibili effetti collaterali indesiderati…..
VIPERE
Per quanto riguarda le vipere, occorre prestare attenzione a dove si cammina, usando calzature alte, calze spesse, pantaloni robusti in grado di proteggere dal morso di vipera.
- Non mettere mai le mani in cavità del terreno, specie i bambini.
- Si deve sempre chiudere la tenda se ci si trova in campeggio.
- Far sempre attenzione a dove ci si siede.
- Chi arrampica deve prestare attenzione, talvolta, a dove mette le mani.
- É importante saper riconoscere una vipera da una serpe non velenosa.
- Si deve mantenere una distanza di sicurezza di almeno un metro in caso di incontro con una vipera. Utile usare un bastone per battere il terreno e mettere in fuga le vipere.
- In caso di morso, occorre rimanere tranquilli. Si può allertare il 112 per chiedere consigli , descrivendo le condizioni del paziente e spiegando dove ci si trova…..
La Montagna è sopratutto paesaggi, panorami, sentieri.
Ma esiste anche un mondo enorme da scoprire, che ci scruta ma non si lascia facilmente osservare.
Sto parlando degli Animali della Montagna.
8Ci sono ancora animali in Montagna? Un tempo erano più numerosi?
Spesso si sente dire: ‘non ci sono più gli animali di una volta’.
La constatazione che gli animali selvatici siano diminuiti nettamente negli ultimi decenni è una drammatica realtà per quanto riguarda il territorio in cui vive la maggior parte di noi…..
Però, che ‘non ci siano più gli animali di una volta’ è altrettanto vero anche per le zone montane e specialmente alpine, per la ragione opposta, perché….’ce ne sono di più!’…..
Chi va in montagna adesso ha generalmente molte più occasioni di incontrare ed osservare animali in libertà rispetto anche solo a pochi decenni or sono.
Quale il momento migliore per osservare gli animali di Montagna?
Sicuramente il momento migliore per osservare gli animali di montagna è all’alba, molto presto.
Oppure, anche se in misura minore, alla sera appena prima del tramonto. Infatti numerosi animali, specialmente gli ungulati ed i mammiferi in genere, sono più facilmente osservabili nelle ore crepuscolari.
Partire al buio ci permette di essere nelle zone più idonee all’alba, quando gran parte degli ungulati hanno un picco di attività.
Ad esempio…
Una domanda che spesso si pone un bambino, ma diciamolo, anche un genitore è:
10Come distinguere in Montagna un’aquila dagli altri rapaci?
L’aquila è il più grande dei nostri rapaci, e già questo permette di distinguerla da numerose altre specie.
Inoltre ha la coda molto lunga. La lunghezza della ali rende la sagoma in volo più ‘rettangolare’ rispetto alla Poiana.
Il colore è, almeno negli adulti, più scuro ed uniforme
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