4 squisite erbe selvatiche commestibili
In Montagna, alla scoperta di erbe selvatiche buone e salutari
ERBE SELVATICHE COMMESTIBILI DI MONTAGNA
Ami la montagna, i paesaggi e i panorami, le splendide escursioni, i sentieri.
Ti piacerebbe però conoscere meglio le erbe selvatiche che incontri lungo il percorso, quali sono commestibili, quali le proprietà.
Scopriamo assieme quali sono le 4 migliori erbe selvatiche commestibili che puoi trovare in montagna.
Ma potrai imparare a conoscerne molte altre, ad esempio con una » BUONA LETTURA.
Imparerai come riconoscerle, ma anche quali sono le proprietà e perché ti saranno utili.
Iniziamo!
Ecco quali sono le 4 erbe selvatiche commestibili di montagna che imparearai a raccogliere:
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Tarasacco
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Buon Enrico
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Cumo
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Bruscandoli
TARASSACO
Il Taràssaco, Taraxacum officinalis per i botanici, con la sua estesa fioritura saluta l’arrivo della primavera.
A fioritura è facilmente riconoscibile, soprattutto in montagna, per l’inconfondibile distesa di fiori gialli.
L’ideale è raccoglierlo presto, prima che fiorisca, ma anche prima che le foglie diventino troppo grandi.
La popolarità di questa pianta erbacea è testimoniata dai molti nomi con i quali viene identificato: dente di leone, con riferimento alla forma frastaglia delle foglie; soffione, con riferimento ai semi che il vento trasporta lontano grazie a una sorta di paracadute; pissacan, in dialetto veneto , per le spiccate proprietà diuretiche delle foglie.
Una delle proprietà più caratteristiche del tarassaco riguarda la cistifellea, stimolando l’afflusso della bile nell’intestino con benefici effetti sulla digestione dei grassi, nella calcolosi biliare, nella soluzione della stitichezza e in generale nella depurazione dell’organismo.
Può essere mangiato crudo o cotto.
Il prodotto cotto mantiene buona parte delle virtù di quello fresco, ma ottima abitudine è bere l’acqua di bollitura dell’erba.
La raccolta riguarda le foglie più fresche della rosetta basale, che possono essere utilizzate fresche nella preparazione di insalate miste oppure lessate e impiegate in vario modo: ripassate in padella con un po’ d’aglio o battuto di lardo, come contorno in molteplice abbinamenti
Caratteristica inconfondibile del tarassaco è il sapore amarognolo, più o meno accentuato a seconda del momento e del luogo di raccolta.
I boccioli possono essere conservati sott’aceto come fossero capperi, mentre i fiori possono essere lavorati per ottenere dolci delicatissimi, o anche gustosii infusi.
Da provare quindi in mille modi!
BUON ENRICO
Il Buon Enrico, nome scientifico Chenopodium bonus-henricus , il cui nome grecoderiva della forma della foglia a “piede d’oca” (chen=oca + pous=piede).
Viene anche comunemente chiamato Farinello o Spinacio selvatico.
Cresce prevalentemente sui prati di montagna, far i 500 e i 2100 metri di altitudine, ed e riconoscibile dalle foglie a forma di piede d’oca, che al tatto, sul lato inferiore, sembra ricoperta di sabbia fine.
E consigliato raccoglierlo prima della fioritura, che avviene fra luglio e ottobre.
Il Buon Enrico ha un gusto che ricorda molto lo spinacio comune ed è ottimo sia in cucina che per le sue proprietà curative.
CUCINA
Le foglie, una volta lavate con cura , possono essere cotte, lesse o soffritte in padella, e condite come spinaci o utilizzate per preparare sfiziosi ripieni . In alternativa possono essere consumate crude, insaporite con olio d’oliva, pepe e succo di limone, per formare ottime insalate.
Si possono utilizzare anche i germogli, che vengono consumati come gli asparagi
PROPRIETA’
Il Buon Enrico è ricco di sali minerali, ferro, saponina, acido ossalico e vitamina C, ed è particolarmente indicato come, emolliente, lassativo e depurativo. È sconsigliato, invece, a chi soffre di disturbi renali ed epatici, di artrosi e reumatismi.
Le foglie fresche possono essere applicate sulle scottature e sulle ferite, in generale, per accelerarne la guarigione.
CUMO
Il Cumo o Cumino di montagna o Carvi è così chiamato per la stretta somiglianza con al famosa spezia medio-orientale, il Cumino.
Cresce prevalentemente nelle zone ben soleggiate di montagna, fino ad un’altitudine di 2000 m.
Potrai utilizzare sia le foglie che il frutto, quest’ultimo chiamato comunemente “seme” per la forma stretta ed allungata.
SEMI
I “semi” di Cumo sono ottimi come spezia, per aromatizzare il pane ma anche per insaporire le carni ed i formaggi.
Ottimo per preparare liquori, infusi e distillati. Famosa e squisita la “Grappa con il Cumo”.
Vengono anche usati in erboristeria per le sue proprietà mediche nel favorire la digestione, come antisettico intestinale e valido rimedio nei casi di meteorismo.
PIANTA
Le foglie di Cumo sono ottime anche in cucina per preparare un gustoso risotto, originali gnocchi di patate e Cumo, ma anche elaborati soufflè con rapa nera, cumo fresco e Grana Padano.
BRUSCANDOLI
I Bruscandoli o Luppolo selvatico (Humulus lupulus) è una pianta selvatica rampicante che cresce spontaneamente fino ad un’altitudine di 1200 m.
Si utilizzano principalmente i germogli, facilmente riconoscibili perché molto simili agli asparagi, ma di diametro inferiore e di colore verde.
La loro lunghezza è di circa 20 centimetri e si raccolgono in primavera tra il mese di marzo e quello di maggio, in mezzo ai rovi e alle siepi,ed è il loro gusto è intenso.
Sono “un dono della natura”, ricco di sostanze (pensa che il cono contiene fino a 1000 sostanze) da utilizzare sia in cucina che per le qualità mediche.
CUCINA
Risotto con i Bruscandoli, lessati con un filo d’olio, saltati in padella avvolti in una fetta di pancetta, crudi tagliati fini con olio e limone…avrai l’imbarazzo dell scelta per gustarli assieme alla tua famiglia. Magari avendoli appena raccolti dopo una scampagnata in montagna.
PROPRIETA’
I Bruscandoli sono un mite sedativo e sonnifero, con ottime proprietà diuretiche, rinfrescanti e lassative.
Sono considerati anche purificatori del sangue, stimolanti delle funzioni epatiche. Combattono la cellulite, purché cucinati con pochi grassi.
I germogli del luppolo sono ipocalorici, basi pensare che un mazzetto di bruscandoli contiene solo 10 kcal.
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